“Dobbiamo smetterla, oggi, di parlare dei valori, in
generale. Non ha più senso nemmeno discuterne. Perché non c’è più
niente da fare, è
cambiato tutto, è sparito tutto. Ormai viviamo in
un’altra epoca, diversa, e dobbiamo capirlo e rendercene conto. Viviamo
in tempi privi di educazione,
di rispetto, e di verità. Non possiamo
più sperare o credere che tutto possa ritornare come un tempo. Non può
accadere, ormai è finito tutto”.
Non è il pensiero di un filosofo
greco, o di un cattedratico di sociologia: è l’amara, e lucida, e
sconsolata, esternazione di un Maresciallo dei Carabinieri
di una
Caserma sperduta della provincia di Milano. Sono cinque righe di una
fulminante realtà, di una rassegnata analisi che purtroppo,
nella sua
semplicità, è un assioma indefettibile.
Tutto ha avuto inizio con lo scoccare del terzo millennio (quello
che Nietzsche aveva predetto e ipotizzato essere il millennio che
avrebbe
portato l’avvento del nichilismo planetario, ma questo forse il
Maresciallo non lo sa). Dal 2000 in poi tutto è imploso e ha iniziato a
distruggersi, a erodersi,
a deteriorarsi e sgretolarsi e a cadere in
rovina; una rovina che non ha risparmiato niente e nessuno, e che non
si arresta e che assume dimensioni catastrofiche
sempre maggiori con il
passare del tempo. E’ un processo ormai irreversibile e riguarda tutto
ciò che è reale e anche tutto ciò che è trascendente,
perché è un
inarrestabile disfacimento culturale, morale e sociale. Solo a
comprenderlo vengono i brividi, ma quello che è più terrificante è che
le nuove generazioni,
che non possono fare il confronto con le
precedenti epoche generazionali, non ne avvertono il pericolo e la
gravità, perché credono che questi comportamenti
e modi di vivere la
quotidianità siano invece la normalità, e che quindi si tratti
addirittura di qualcosa di corretto.
La politica è tutta una menzogna? Il 50% dell’elettorato non
vota? E dove sta il problema? E’ così!
E lo si accetta come tale, non
come una anomalia ma come una normale consuetudine.
Così come è normale
per le nuove generazioni accettare che la giustizia possa essere
sommaria, che la violenza sia qualcosa di naturale,
che l’assenza di
pene e condanne e l’impotenza delle FF.OO sia una realtà
incontrovertibile, proprio come lo è la presenza, di giorno e di notte,
in qualsiasi città,
di spacciatori a cielo aperto di droga che restano
impuniti nonostante gli arresti. E lo stesso vale per le truffe, per le
prepotenze, per le prevaricazioni,
per i femminicidi: è idea ormai
comune che le denunce non servano quasi più a niente, perché i mancati,
o tardivi, interventi preventivi sono sempre maggiori ai pochi che
invece vengono effettuati.
E’ normale affondare senza sperare che qualcuno venga a salvarti;
è normale l’indifferenza, l’apatia; il vedere violentare una ragazza di
21 anni
su un treno e cambiare carrozza senza fare nulla. Così come è
normale ammazzare di botte un pensionato che chiede a un gruppo di
giovani fermi
nella piazza a parlare, di spostare le loro macchine per
potere uscire dal parcheggio. Ed è normale anche il barista 30enne che
uccide la moglie incinta
perché vuole stare con l’amante, così come
diventa addirittura comprensibile uccidere un bambino in un incidente
d’auto pur di fare un video su youtube.
Oggi la nuova religione è non credere più a niente, per questo
gli “Influencer”, che sono una categoria di riferimento per il successo
e la notorietà contingente,
non sono altro che inutili ignoranti
abissali che comunicano con altri inutili ignoranti abissali, di niente
e di argomenti da sotto cultura generazionale.
Oggi ciò che conta è
solo, ed esclusivamente, l’inconsistenza e l’apparire, e si sconosce
del tutto il significato dell’essere. E’ diventato determinante
tutto
ciò che è inutile e frivolo, come l’abbigliamento o l’estetismo, e
tutto questo è diventato quindi un nuovo Vangelo.
Perché è giusto,
oggi, credere che non esista un Dio e che non esista nemmeno una
Società concreta, corretta e funzionante; ed è giusto e sacrosanto
pensarlo proprio perché Dio permette tutto questo, e la Società pure.
Solo che Dio ha a che vedere con il mistero della fede, e la Società
invece non dovrebbe
rappresentare un mistero, ma una fiducia certa.
Cosa che non si esprime nell’immaginario collettivo a causa della
mancanza di serietà della politica
e dei dilaganti e continui scandali
e menzogne, e della contraddizione che la Società stessa manifesta
rendendosi sempre più fittizia e incerta.
Ma non è solo ciò che accade
ogni giorno il problema, perché il vero problema, quello di fondo, che
nessuno, o quasi nessuno,
è in grado di percepire, è ciò che invece non
accade più ogni giorno; ed è solo e proprio questo il vero danno.
L’interazione tra individui ha subito un contraccolpo estremo nei
rapporti interpersonali. Oggi non si comunica più realmente,
e lo si fa
quasi esclusivamente attraverso gli smartphone, dove spesso ci si
fidanza, ci sia ama e ci si lascia con un messaggio su whatsapp.
Non ci
sono più artisti veri e dotati di talento autentico che riescono ad
emergere: pittori, poeti, scrittori, compositori, scultori, perché
mancano
le figure e le strutture adeguate in grado di intuirli e di
intercettarli, e questo accade perché l’interesse della domanda è
cambiato, appiattito,
e nessuno di questi geni ha più speranza di
eccellere concretamente in un’epoca consumistica e priva di spessore e
di profondità.
Siamo regrediti di migliaia di anni tornando a ricalcare
i netti divari dei solchi profondi tra i ricchi e i poveri, tra la
servitù e i potenti,
e non esistono più le zone intermedie di
benessere, ma soltanto estremismi di povertà e di ricchezza, e questo
ingenera
un crollo economico e sociale senza precedenti e senza
possibilità di redenzione.
I poteri sono ormai esclusivamente relegati in circoli ristretti
e circoscritti, e non solo politici e istituzionali,
che dispongono di
pletore di individui prezzolati. manipolati e asserviti, avvezzi alle
piaggerie e ai compromessi senza ritegno
e senza remore. Impera la
mediocrità assoluta, il luogo comune è dominante, e la percezione di
quello che realmente accade
è distorta dalla falsità delle informazioni
e degli apparati di comunicazione che sfruttano, alimentando
quotidianamente, questa totale anestesia intellettuale.
Oggi le persone oneste e di valore (sempre in numero minore) sono
spesso considerate sconvenienti, e vengono sempre meno apprezzate e
quasi sempre defilate,
mentre si è più inclini a premiare chi è
esattamente l’opposto. E non si tratta affatto della “sindrome
dell’epoca d’oro” (cioè l'idea persistente di essere
nati nell'epoca
sbagliata, idealizzando epoche passate mai vissute come migliori e
rassicuranti), perché siamo di fronte non solo a un cambiamento epocale
negativo
e distruttivo, ma stiamo vivendo una vera e propria
regressione a tutto ciò che di peggiore abbiamo già vissuto, combattuto
e debellato in passato.
Ha ragione quel Maresciallo, che non sa argomentare meglio il suo
scoramento se non con lo scuotimento del capo e con un sospiro
profondo.
Le Forze dell’Ordine sono relegate in una sorta di impotenza
che i cittadini non comprendono. Sempre sott’organico cronico,
con
carenza di mezzi e di personale, con turni impossibili da ricoprire e
con pattuglie impossibili da inserire nei territori.
Ogni intervento
rischia di ritorcersi contro i militari operanti, ripresi da smartphone
e spesso messi alla gogna solo perché svolgono il loro lavoro,
e alla
mercé di una Magistratura sorda e cieca, silente e inetta. E questo
riguarda, a cascata, tutti gli apparati delle istituzioni.
Sanità , scuola e sicurezza sono i tre pilastri necessari per
garantire il funzionamento e la qualità della vita di qualsiasi Società
evoluta,
e purtroppo nel nostro paese questi pilastri sono marci nelle
fondamenta e: o sono già crollati o stanno crollando del tutto. Il
resto è tutto
un rattoppare quotidianamente qualcosa. File di ore e ore
nei pronti soccorso, corsie di Ospedali piene, assenza di medici e di
posti letto
e di infermieri di attrezzature. Scuole che non hanno
riscaldamenti e insegnanti che mancano, e atti di violenza continui nei
confronti
dei docenti che devono fare i conti con una realtà
sconosciuta che confligge con qualsiasi logica di insegnamento.
Cos’altro bisogna capire per comprendere che questa Società non è
niente altro che la materializzazione del pensiero di Nietzsche:
il
nichilismo assoluto? Cos’altro bisogna sopportare, subire e vedere per
tentare di correre ai ripari? Saranno forse la smart, o green, economy
e le auto elettriche a salvarci? Macché, sono solo tutte inutili
giravolte politiche, perché basta un acquazzone per inondare intere
città e allagare ettari e ettari
di territori e far morire le persone
come topi intrappolati nelle cantine e nelle fogne a causa di mancanza
di interventi preventivi e di controlli alle strutture.
A che serve
progettare qualcosa di innovativo se si dimentica di tenere efficiente
quello che abbiamo? Non ha senso.
Siamo vivendo l’epoca del paradosso,
della contraddizione continua, e l’essere umano non combatte più per
migliorarsi,
e si lascia trasportare da una corrente malvagia che lo
farà precipitare in un abisso. L’abisso in cui già viviamo ogni giorno,
che è quello dell’indifferenza,
dell’egoismo, della cattiveria
spicciola e del totale disinteresse per tutto e per tutti.
La sola salvezza possibile sarebbe l’avvento di un nuovo
umanesimo, simile a quella corrente culturale di pensiero sorta negli
ultimi decenni
del XV secolo e caratterizzata da un rinnovato fervore
per lo studio dell'antichità, che si esplicava in una intensa attività
filologica, e motivata da una accentuata
consapevolezza della posizione
privilegiata dell'uomo nel mondo della natura. Ma un umanesimo nel
terzo millennio è pura utopia, così come lo è sperare
che le nuove
generazioni comprendano il delirio e la pochezza del vivere quotidiano
di ognuno di noi, fatto di atti e di individui miserrimi,
di ignoranza
abissale e di egoismo e degrado intellettuale ormai irreversibile.
Maresciallo: purtroppo lei ha ragione, così come aveva ragione
anche Nietzsche, ma specialmente oggi avere ragione è un problema,
un
danno se vogliamo; perché questa è l’epoca oscura del terzo millennio,
dove non pensare e non capire è la salvezza, e non il contrario. Mai il
contrario.
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