l'editoriale di Mirco Maggi
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E' successo anche questo, e prima o poi con Ryanair c'era proprio da aspettarselo. Una ragazza disabile è stata
respinta all'imbarco perchè, secondo gli addetti della compagnia aerea, la sua carrozzina a motore non era regolamentare.
Prima le hanno chiesto di togliere il motore, poi hanno avuto da ridire perchè forse si trattava di una carrozzina
assemblata fuori fabbrica, e poi non hanno più saputo che pesci prendere, e alla fine l'hanno invitata a scendere
dalla carrozzella e a proseguire a piedi se voleva essere imbarcata su quel volo.
Morale: Valeria Roberta Vetrano, residente a Milano e da nove anni costretta a muoversi con una sedia a rotelle elettrica
perché ha problemi di deambulazione, quell'aereo per Bordeaux in
partenza dall'aeroporto di Bergamo, non l'ha potuto prendere.
Mortificata e demoralizzata è tornata a casa si è sfogata in un post si
Instagram e ha reso pubblica la sua disavventura.
«Siamo arrivati a questo: i disabili non possono volare! - scrive
su Instagram Valeria - Mi presento al check-in per
andare
a Bordeaux e godermi il ponte in compagnia della mia cara amica e
del suo micione, e dopo mille viaggi in giro per il mondo,
di cui tanti con questa compagnia aerea inqualificabile (ora lo
posso dire) mi viene detto che la batteria della mia “Ferrari”,
che ha il voltaggio ammesso, non può essere portata in volo, perché ha uno sticker con scritto e-bike... e, sorpresa!
Dopo tanti anni e tanti viaggi... oggi non si vola! Sostengono che avrei assemblato il mezzo (eh?!?).
A questo punto presento la certificazione del costruttore. Niente da fare. Mi dicono di lasciare la parte motorizzata
a terra (chiamata Stricker), ma questi mezzi non funzionano come carrozzine manuali se si stacca la parte anteriore.
Ma Ryanair ha la soluzione per tutto: lascia la carrozzina, vai a piedi! Che buona idea! Perché non ci ho pensato prima?!».
Il post di Valeria continua e specifica per bene tutti i dettagli, raccapriccianti, incomprensibili e assurdi,
di quanto le è accaduto; ma una storia del genere è pesante anche da raccontare, perchè non è ammissibile che casi
del genere possano ancora verificarsi nel 2022. Eppure è successo per davvero, e a distanza da poche ore del post
di Valeria, Ryanair scrive un laconico e stringato comunicato pubblicato su "Repubblica": "alla passeggera in viaggio
da Milano Bergamo a Bordeaux il 5 dicembre è stato negato il viaggio dal personale di assistenza aeroportuale
di Milano Bergamo, non avendo la passeggera fornito le specifiche della sua sedia a rotelle prima del volo.
Per garantire l'accesso ai passeggeri che viaggiano con la propria sedia a rotelle elettrica, è necessario compilare
l'apposito modulo online (Electric Mobility Device Form) prima del volo". Ryanair si rammarica sinceramente
che la passeggera sia stata impossibilitata a viaggiare e verrà riaccomodata su un volo alternativo".
Ma Ryanair è una compagnia che da sempre fa parlare di sè. I costi dei biglietti sono particolarmente convenienti,
ma l'organizzazione spesso lascia a desiderare. E' di poco tempo fa il ricorso perso da Ryanair che si era rivolta al Tar
del Lazio, che ha dato ragione all'Ente Nazionale per l'Aviazione
Civile (Enac), in merito al rispetto degli standard di sicurezza
e dei diritti dei passeggeri. La compagnia aerea aveva deciso di
introdurre il pagamento per l'assegnazione del posto di genitori
e accompagnatori dei passeggeri minorenni e disabili. Enac aveva allora multato la compagnia irlandese
per trentacinquemila euro, che si era rivolta al Tar che invece ha respinto il ricorso.
Ma non solo in Italia Ryanair lascia il segno per la sua disorganizzazione: all'aeroporto di Newcastle,
dopo aver fatto controlli e carte d'imbarco, marito e moglie disabili che dovevano andare a trovare il figlio in Spagna,
sono stati fatti salire sull'ascensore dedicato insieme ad altre 5 persone, e da lì hanno visto i propri bagagli
che venivano scaricati dal velivolo e poco dopo l'aereo è partito senza di loro.
Questo è il link del post di Valeria pubblicato su Instagram: leggetelo, ma non è piacevole,
perchè la storia di Valeria in fondo riguarda tutti quanti noi, perchè Valeria è la nostra parente, il nostro amico,
il nostro collega, e quello che è successo a lei non deve accadere più a nessuno. Mai più.